“Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde

di Mariantonietta Antelli

 

 

La donna di cui si parla in questo libro è, forse forzatamente, prima di tutto una viaggiatrice e un’amante dell’Italia e, solo secondariamente, la moglie di Oscar Wilde. Probabilmente anche perché l’autrice Laura Guglielmi è lei stessa una viaggiatrice e innamorata della Liguria da cui proviene e nel terzo atto (ebbene sì questo romanzo è diviso in atti) ci fa riscoprire la Liguria di fine Ottocento, che non abbiamo conosciuto, ma che immaginiamo ogni volta che andiamo al mare. Una Liguria ancora lussureggiante quando, erano pochissimi quelli che potevano permettersi di frequentarla  da villeggianti, come si diceva allora...

Le descrizioni del paesaggio fanno sognare e la protagonista Lady Costance Lloyd (1858-1898) ne è ammaliata al punto di fidarsi del dott. Bossi persona realmente esistita come gran parte dei personaggi citati dall’autrice. Questo incontro si rivelerà fatale perché  dopo una diagnosi clamorosamente sbagliata, la opera prima alla schiena, poi per tumore uterino,  senza capire veramente l’origine della malattia condannandola ad una morte precoce. Oggi è sepolta nel cimitero di Staglieno a Genova. Nella biografia si vede che, nonostante una nascita agiata, la ragazza ebbe da subito problemi con una madre anaffettiva ed un padre distante come allora si usava. Nata in una famiglia di irlandesi trapiantati a Londra incontra tutte le difficoltà della repressiva epoca vittoriana che non permette ad una giovane donna di cercarsi un altro destino che non sia quello di moglie e madre.

Ma Constance sin da giovanissima trova conforto nella letteratura di Dante e Mary Shelly e nell’amicizia con Lizzie Siddal, l’Ofelia del dipinto di John Everett Millais, e  ben presto sviluppa una notevole forza di carattere che le permette di reggere il confronto con un marito molto più famoso di lei, ma non così determinato, soprattutto nell’aspetto finanziario della vita che rimane costantemente a carico di Lady Constance. E’ per ”l’amore che non osa dire il suo nome” che Oscar Wilde subisce un processo e relativa condanna per sodomia obbligando sua moglie a rifugiarsi all’estero con i due figli. In Italia, che lei amava e sognava sin da bambina, ma anche in Germania e Svizzera, o ovunque trovasse una scuola disposta ad accettare i figli dello scrittore più scandaloso dell’epoca.

Proprio per questo lei e i figli devono cambiare cognome in Holland e tuttora i discendenti di Wild si chiamano così. Lady Costance, nella sua breve vita, cerca di sperimentare varie forme di scrittura e si impegna alacremente in una battaglia a favore di un abbigliamento più confortevole e pratico per quelle povere donne che, costrette tra un busto e una crinolina, faticavano persino a respirare. Il tutto senza rinunciare all’amore intessendo, sempre in Italia, una relazione extraconiugale con un compatriota.

Questo volume, scritto come un’ autobiografia e corredato da numerose lettere che si basano sulle ricerche della scrittrice, è suddiviso in tre atti che ricalcano la struttura della commedia più famosa di Oscar Wilde L’importanza di chiamarsi Ernesto ed è pubblicato in una collana che si intitola Singolare femminile , diretta da Sara Rattazzo, scelta molto azzeccata perché in questo testo si coglie proprio la peculiarità di una donna che ha voluto con tutte le sue forze sviluppare le sue capacità.


Laura Gugliemi, “Lady Constance Lloyd. L’importanza di chiamarsi Wilde”, Morellini editore, 2021








Milano, 6 settembre 2022